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Healthy food a Milano, l’ufficio di diplomazia garante della salute mondiale

L’ambito urbano appare oggi molto dissimile rispetto al passato.  A nulla valgono i tentativi di comprensione se si adoperano parametri primitivi. Serve un moderno incremento di attenzione alle disfide che esso propone. Un interesse che non si può circoscrivere. Deve essere globale, tanto quanto la società nella quale viviamo. Il buon stato fisico di ogni soggetto in causa è dipeso da fattori complessi. L’alimentazione fa parte di quest’insieme, ne è uno degli elementi più rilevanti. I cittadini si trovano ad affrontare una duplice minaccia. Da un lato la crescita sostanziale dell’urbanizzazione. Quella transizione demografica proveniente dal territorio rurale, con tutte le ripercussioni del caso sulla salute. Di riflesso una transizione anche di tipo nutrizionale. Di cui ne è causa scatenante l’infiltrazione, soprattutto nelle fasce più disagiate, di regimi alimentari basati su alto contenuto energetico, scarsità di nutrienti, costi moderati e pressante sponsorizzazione. Carovane senza validi sbocchi. La promozione dell’healthy food a Milano è la risposta da diffondere per correggere questo moto.

Come per tutte le intenzioni, anche per quelle migliori, indispensabili, non bastano i sussurri a renderle virali.  Più è complesso il messaggio da trasmettere, più la voce deve farsi forte, per darsi forza. Il megafono martella meglio, quando martella a palla. Quando raggiunge il maggior numero di auditori possibile. Diventando limpido ai più, nel suo linguaggio. C’è bisogno di idee, sforzi, progettualità per riuscire trionfanti. Un vero e deciso piano politico che agevoli l’healthy food. Come sta accadendo a Milano.

Cosa accade a Milano:

  • MUFPP (Milan Urban Food Policy Pact) Patto firmato dagli amministratori di numerose città mondiali per impegnarsi in una collaborazione volontaria di garanzia nei confronti dei cittadini: sviluppare sistemi alimentari inclusivi, fornire cibo sano a prezzi accessibili per tutti.
  • Adozione della Milan food policy: una politica urbana innovativa che riunisce, con metodo, ogni aspetto riguardante il cibo. La città diventa database di competenze.

Dalla banca dati al lancio di azioni concrete per incentivare l’healthy food

  • Assicurare la praticabilità dell’healthy food, incrementandone il potenziale attrattivo ed azzerando il divario tra cibo sano e junk food, ad esempio in termini di costi ed accessibilità.
  • Promuovere catene alimentari alternative, salubri, a filiera corta, basate sulla stagionalità e sulla vendita diretta tra produttori e consumatori. Per raggiungere questo obiettivo è importante riprogettare il territorio migliorandone le infrastrutture e i servizi ed agevolare i collegamenti tra contesto urbano ed agricolo.
  • Combattere gli sprechi alimentari che impattano sull’ambiente e creano disuguaglianze, al fine di rendere la società maggiormente omogenea e dignitosa.
  •  Coinvolgere la cittadinanza orientandola in direzione di uno stile di vita salutare: incentivare le buone abitudini, sensibilizzare e informare con scrupolo.
  • Allargare il raggio d’azione dove irradiare i caposaldi dell’healthy food: rifornire in concreto secondo questo parametro mense, università, scuole, ristoranti.
  • Introdurre l’educazione alimentare già nei primi anni scolastici, per formare cittadini del domani culturalmente consapevoli.
  • Monitorare con costanza i progressi delle politiche alimentari avviate.

Secondo la saluto genesi, branca della ricerca che studia le fonti della salute, il comportamento e lo stile di vita di ciascuno sono cagioni determinanti per il benessere individuale. Purtroppo ciò che incide su condotta e scelte non sempre dipende dalla volontà, spesso di paglia, ma dalle opportunità. Perché l’healthy food a Milano e ovunque diventi l’unica scelta possibile, per tutti i titolari di questa cospicua posta in gioco, occorrerà negli anni a venire non mollare la presa, non cullarsi sugli allori. Occorreranno decisioni sempre più marcate, migliorie costanti, cooperazione e risorse. Occorrerà non mancare, non temere e quella medesima brama d’agire di cui la città meneghina si è fatta da tempo portavoce.  

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