dark kitchen

Dark kitchen: una nuova luce nel settore della ristorazione

Quando vengono sfogliate le parole dark kitchen, ghost kitchen, cloud kitchen, quasi come petali di una margherita interattiva, si immaginano ambiti di difficile esplorazione. Oscuri spettrali indistinti. Appartenenti a dimensioni che richiedono uno sforzo decuplicato per essere avvicinati. E per dare modo di familiarizzare con essi. Una sensazione avvertita soprattutto dove tale mondo giunge da archetipo itinerante. Da chi non mastica un linguaggio fatto di nominativi allegorici seppur in veste contraria. Idiomi incorporei, che prendono campo in maniera inesorabile. Su base del tutto concreta. Che può persino cambiare la vita di relazione ed il rapporto con un momento iconico come quello dedicato ai pasti. È una corda che ruota vorticosa, il progresso, al pari di quella che si era soliti usare da bambini. Per divertirsi occorreva prendere il suo ritmo, non avere paura d’imbrogliarsi, saltare e lasciarsi guidare da un moto che, osservato di soppiatto, intimoriva. La storia, come sempre, si ripete. Benché certe prerogative siano comunque del tutto effettive.

Da un lato infatti sono stati i nativi digitali, immersi nella tecnologia sempre più imperante e desiderosi di ciclica innovazione, i protagonisti del cambiamento; coloro i quali, assieme alle generazioni future, daranno ancora più impulso al servizio di consegna a domicilio da cui una dark kitchen dipende. Dall’altro razionalizzare questi concetti non è semplicissimo per chiunque, forse data anche la loro stessa natura: di continua estensione e obbligatoriamente recettiva alle trasformazioni.

Dark kitchen, significato e varianti

  • È una cucina centralizzata e indipendente dal luogo fisico universalmente riconosciuto come “ristorante”;
  • in questo locale chiuso, senza pubblico, privo di sala, sgravato dalla fase di accoglienza si lavora unicamente alla preparazione dei piatti;
  • la domanda, attivata dagli avventori “a richiesta”, tramite applicazioni di genere, viene soddisfatta dalla consegna a domicilio;
  • le cucine virtuali  possiedono tutte le medesime suddette caratteristiche, ma differiscono per alcuni punti le une dalle altre: se una dark kitchen fa capo a un imprenditore della ristorazione o a una catena già presenti sul mercato creando opportunità di organizzazione, business, nuove e ampliate, come ad esempio la delocalizzazione della propria attività in città diverse dalla sede d’origine. Una ghost kitchen riunisce alcuni marchi virtuali con identità propria riferiti ad un operatore unico che vi appronta un laboratorio culinario, mentre una cloud kitchen è uno spazio allestito per essere condiviso da più di un brand nelle diverse postazioni.

Dark kitchen, i vantaggi

  • Ridurre gli investimenti diretti e taluni costi classici riferiti ad un’attività in fase di avvio;
  • calmierare i rischi derivati dall’insuccesso con il vantaggio di poter testare gusti e preferenze di una richiesta sempre in evoluzione;  
  • concentrare l’attenzione sulla qualità del prodotto finito;
  • sviluppare un’ampia scelta, diversificata e personale a seconda delle esigenze;
  • incrementare la domanda gestendo ed ottimizzando il rapporto con la clientela;
  • plasmare e strutturare un proprio brand virtuale a 360°.

Le chiavi del successo

  • Distinzione, qualità, velocità;
  • aggiornamento in base ai gusti e alle necessità;
  • utilizzo di ogni canale per interagire, della tecnologia più avanzata per relazionarsi;
  • fidelizzazione attraverso i big data (preferenze e profili della clientela, raccolti ed organizzati);
  • capacità d’attrattiva e reputazione;
  • buon rapporto qualità/prezzo senza il venir meno del requisito fondamentale di un’ottima cucina.

Anche se il momento storico contingente farebbe presupporre una coincidenza tra l’espansione del fenomeno dark kitchen e la pandemia che ha bloccato l’abitudinaria vita della popolazione mondiale, in realtà essa rappresenta piuttosto la naturale evoluzione nel settore del food delivery. Un’esigenza individuale del mondo imprenditoriale, ma anche collettiva. Non puramente emergenziale, dovuta piuttosto alle modifiche che sono percorso essenziale nel cammino dell’umanità. È così che, nelle vie del mondo, specialmente quello anglosassone e del nord, la cucina virtuale ha iniziato il suo processo di conquista del mercato. E per le arterie libere di ogni città, a partire dalle maggiori, dislocandosi poi altrove, si suppone che continuerà ovunque la sua marcia spedita alla luce del sole, della luna o dei lampioni più attigui alle carreggiate.

Comments are closed.

Iscriviti alla Newsletter!

Lascia la tua mail e aggiornati sulle nostre ultime novità.