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Cucine condivise cloud kitchens: dalla terra a una nuvola e ritorno

Le nubi sono entità impalpabili, eppure perfettamente visibili e concrete nel loro compito. Le osservo in questo istante. Rivestono e ombreggiano tra lo spazio azzurro del cielo. Un luogo che condividono con tanti astri e uccelli in volo. Un po’ trasognanti come lo sguardo di chi le ammira sospirando. Immaginando mondi separati, paradisi dove i desideri si avverano per davvero. Bizzarra scelta, o forse no, quella di denominare in inglese le cucine condivise cloud kitchens. Ammetto la colpa, non ho voluto verificarne gli effettivi perché. Ci sono già tanti dati, perfettamente organizzati, ricopiati e memorizzati per descriverne il fenomeno. Mi sono limitata a creare un parallelo che ne esprimesse invece l’essenza più naif. Le cucine condivise del resto raffigurano bene un’ambizione che si può avverare anche con limitate possibilità. Ma non d’ingegno o tenace fermezza. Quella non può venire meno in ogni avventura che parta con il presupposto logico di non fallire. Bensì influire.

Una chimera che parte da idee resistenti non è mai illusiva perché si fortifica attraverso modelli sperimentati già con successo, che possiedono caratteristiche peculiari di assoluta qualità, rivolti a soggetti specifici e che offrono notevoli vantaggi.

Caratteristiche delle cucine condivise

  • Sono laboratori attrezzati dove poter cucinare condividendo l’ambiente di lavoro (uno spazio di ridotte dimensioni da 15 a 30 m² al massimo, ma sufficiente per 2 o più marchi).
  • Un soggetto/società gestisce la fase di allestimento e ne predispone i servizi (sicurezza, pulizia) che saranno in comune, così come le infrastrutture necessarie e ogni classico strumento indispensabile alla partenza.
  • Gli ordini vengono gestiti esclusivamente tramite applicazioni (propria del ristoratore o fornita da aggregatori di food delivery), ordini telefonici o sul web nella modalità marketplace.
  • In taluni casi la società responsabile coordina anche le relazioni con le piattaforme di food delivery; alcuni aggregatori realizzano persino una cloud kitchen da affittare a ristoratori che producano in esclusiva per loro.
  • Differenziazione nel format, logistica che ottimizzi le risorse e rispetti le tempistiche, egregi requisiti nelle materie prime sono caratteri essenziali di un programma vincente.
  • Fondamentale risulta poi lo strumento dei grandi dati per programmare strategicamente il rapporto tra domanda ed offerta, l’interazione con la clientela;
  • come l’utilizzo di sistemi di comunicazione moderni e perfettamente funzionanti sempre ai medesimi scopi.

Soggetti che usufruiscono delle cloud kitchens

  • Ristoratori in difficoltà o indipendenti;
  • Piccoli brand che intendono intraprendere un percorso di settore, ma non hanno una capacità d’investimento tale da poter creare ex novo e condurre un ristorante tradizionale con sale, numeroso personale e flusso di clienti.

Cucine condivise, cloud kitchens, i vantaggi

  • Un progetto che ha tempi brevi di avvio;
  • la cucina condivisa viene affittata per un periodo variabile, più o meno lungo;
  • le spese di avviamento e per il personale sono contenute, limitate ed i costi d’affitto fissi;
  • in questa superficie a noleggio si può sperimentare la propria idea di cucina;
  • nel caso che il giro d’affari non sia abbastanza proficuo le modalità di chiusura permettono che ciò avvenga semplicemente alla scadenza del contratto.

Condividere uno spazio, circoscritto per le leggi della fisica, non vuol dire necessariamente che ristretto rimanga ugualmente per quelle dell’intelletto, della fantasia, della libertà di credere di poter giungere lontano, creando. Gettarsi a capofitto nel mondo eco sostenibile in cui proporre nuove tipologie di ristorazione o risollevarsi nelle difficoltà, accumuli del passato, diventano istanti di scelta e di coraggio più attuabili, attraverso le opportunità concesse dallo schema delle cucine condivise. Momenti investiti di una vita vera, vissuta e affrontata a testa alta, con l’entusiasmo dei sogni a nobile corredo. Gli stessi vagheggiati nelle mattine d’inizio estate quando il sole ancora a fatica s’insinua tra la coltre ingrigita delle sue coabitanti, batuffoli d’ovatta, e la mente vaga a briglie sciolte verso un nuovo domani.

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