caffè

Il caffè, quell’intermezzo italiano di piacere

Ogni degno buongiorno è accompagnato, nella migliore tradizione del nostro paese, da una tazza di caffè bollente. Così che il suo profumo, sprigionandosi dalle cucine, si diffonda sin dal risveglio come benaugurante preludio per il prosieguo della giornata. Il caffè per il popolo italiano è tutto questo, ma non solo. Da nord a sud, scuro o macchiato, per esperti o neofiti, il caffè è un vero e proprio simbolo nazionale, la bevanda più diffusa, amata, discussa. Quasi la totalità degli italiani tra i 18 e i 65 anni bevono caffè, sia per carpirne il potere energetico, che per concedersi rilassanti pause dallo stress lavorativo, ma soprattutto in qualità di ottimo pretesto conviviale: più della metà degli stessi desidera infatti prenderlo unicamente in compagnia. Anche Nino Manfredi in fondo lo definiva come “un piacere”, che tuttavia per essere considerato tale doveva possedere anche una pregevole bontà.

Quest’armonico rituale che ci allieta da immemori lustri non è infatti esente da argomentazioni sui benefici o gli svantaggi che provoca verso l’organismo, né da regole severe per fare in modo che si rispetti ed esalti tutto il suo potenziale. Solo notato in un pentagramma di conoscenze, ogni dubbio viene confutato, ogni peculiarità mantenuta. Il caffè, intermezzo italiano, lo merita.

Dalla coltivazione alla tazzina

  • Non è il nostro paese il produttore del caffè, emblema del “made in Italy”, ma il Brasile .
  • La maestria italiana, chiave del successo, entra in gioco nella fase di torrefazione;
  • il metodo “intenso” di tostatura influenza aroma, gusto comportando anche esiti vantaggiosi per il corpo.
  • La miscelazione, non ammissibile con surrogati, è una fase distinta ed altrettanto fondamentale per ottimizzare le caratteristiche del prodotto.
  • Si preserva l’aroma conservando adeguatamente il caffè, quindi importante risulta il materiale del packaging.
  • In Italia si gradiscono principalmente caffè realizzati attraverso la macchina per l’espresso, con la moka o solubili. Tra le tipologie nostrane ed internazionali ci sono tra gli altri quello “alla napoletana” con tipicità proprie e quello “all’americana”.
  • Il caffè “all’italiana”, sia da moka che espresso contiene, se da pura miscela arabica, una quantità inferiore di caffeina.

Il caffè: controversie ed effetti sulla salute

  • La caffeina, composto chimico alcaloide, è la sostanza più controversa;
  • la sua cifra dipende dalla miscela utilizzata, dalla dose impiegata e dal metodo di preparazione. Esiste anche l’opzione del decaffeinato.
  • Non indispensabile dal punto di vista nutritivo, il caffè è così soggetto di approfondite analisi riguardo a possibili conseguenze indesiderate;
  • 4/5 tazze al giorno sono concesse, in una dieta bilanciata e non hanno ricadute negative per soggetti adulti, sani;  
  • da un uso moderato deriva l’utilità che ne traggono il sistema nervoso e le attività di stomaco ed intestino.
  • Ulteriori elementi presenti nel caffè hanno funzione antiossidante.

Accortezze

  • L’acqua deve essere fresca e leggera, la polvere, di ottima qualità, va misurata con cura e non deve essere mai pressata nella caffettiera;
  • il caffè va bevuto caldo;
  • non si devono usare detersivi per lavare la caffettiera, ma il filtro va pulito a fondo.

Chissà se Prospero Alpino quando introdusse il caffè in Italia per la prima volta, nel 1570, attraverso alcuni sacchi di chicchi bruni a trasporto dall’Oriente come souvenir, pensava che un giorno il suo gesto casuale si sarebbe mescolato, tra i connazionali, all’elasticità del moderno slang. Gustare il caffè nel panorama italiano non è infatti un semplice atto di piacevole consumo, ma è un vero e proprio “mood”, ossia una disposizione d’animo, o significa anche creare il giusto “mood”, cioè l’atmosfera, quella specifica della nostra natura ospitale. Visto che le parole, nelle loro complesse sfaccettature contano o, perché no, cantano, lasciamoci allora trascinare da quelle letterarie e lusinghiere attribuite al filosofo russo Bakunin, probabilmente le migliori per sintetizzare la meraviglia infusa d’un buon caffè che sia “nero come la notte, caldo come l’inferno, dolce come l’amore”.

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