Milano, la città che fu Ducato, amata, invidiata, letterata a più voci. Oggi unica metropoli italiana internazionale. Realtà moderna in continuo movimento. Giostra mai doma di api laboriose che volano senza confini e formiche operaie che marciano svelte. Capitale per stoffe e défilé. Sistema nervoso centrale di uno sviluppo perenne dell’economia industriale. Geniale e complessa. Madre o nutrice, sospesa tra storia e moderno, avanguardia per norme. Dove poteva penetrare con una medesima vigoria il food delivery se non a Milano? Capoluogo proiettato senza sosta nel prossimo domani. Alla costante ricerca di affermazione. E dove se non lì poteva trovare giustificazione, pace, uno schema di business che deve fare della virtuosità il suo caposaldo ineludibile? Ogni giornale parla oramai dei lati oscuri della consegna di cibo a domicilio. Ma proprio a Milano si staglia un faro per scavalcare le nebbie che aleggiano selvagge attorno a questa attività in realtà indispensabile.
È inutile fingere che l’argomento non sia scottante. O nascondere la polvere sotto i tappeti. Ma è speranza e non utopia, che la rivoluzione nel mondo del food delivery partita dal giudizio meneghino riporti sulla retta via un sistema commerciale, essenziale per i cittadini. Per chi fa impresa nella ristorazione. Che dovrà rifondarsi su baluardi edificanti: lealtà, serietà e trasparenza.
Rilevanza della consegna di cibo a domicilio:
- I clienti possono avvalersi di un servizio rapido, comodo, efficiente di rifornimento alimentare. Personalizzato e diversificato per ogni esigenza. Che permetta di fare economia sui momenti da dedicare alla cucina. Limitarne lo stress collaterale. Garantire modalità di attenzione al particolare difficili da riprodurre altrimenti, tra gli ingorghi della vita quotidiana.
- Le imprese impegnate nel settore della ristorazione tradizionale non solo devono una parte della loro sopravvivenza, negli ultimi mesi, al servizio di consegna. Ma hanno scoperto un modello d’affari nuovo, energico, in ascesa che garantisca utilità anche al di là della fase di necessità più endemica.
- Chi invece si approccia a questo mondo con idee già innovative ed un insieme più ampio di oneri e onori, vede materializzarsi col delivery il tramite di espansione per tutte le aspirazioni che ne hanno accompagnato la genesi. Un veicolo incessante che deve diventare attendibile “biglietto da visita”.
Preamboli esemplari:
- Lo strumento che giunge sul proscenio di ogni casa, non può subire il torto dell’indifferenza. La responsabilità assunta da chi si avvale di esso per creare rapporti redditizi è soprattutto impegno sociale, collaborazione effettiva. Cura di relazioni antropiche durature. Su cui fare affidamento reciproco a più livelli.
- Dietro al sipario del commercio deve esistere un backstage in cui la morale muova i fili del lavoro. Così come la sostenibilità quelli dell’impatto sul territorio e sulle future generazioni. Filosofie oneste in grado di discernere senza tentennamenti tra il bene ed il male.
- Il mondo della consegna a domicilio si espande di pari passo con il potenziamento tecnologico di cui è emblema agli occhi della gente. Ed anche beneficiario. A patto che le mosse congeniate da qualunque tipo d’intelligenza artificiale abbiano come “dei ex machina” cuori umani che le orientino.
Guido Piovene definiva Milano una Babilonia vitale di grandi palazzi luccicanti, magazzini, caffè e ristoranti. Assicurava che il solo modo di capirla fosse quello di tuffarvisi dentro, e non di osservarla come un’opera d’arte. Tra i canali navigabili della consegna di cibo a domicilio a Milano ed in ogni altro luogo, l’acqua dovrà ritornare ad essere, d’ora in poi, limpida e mai più stagnante. Semmai quieta, pulita da semplici brezze, non investita da venti di burrasca. Per permettere alle flotte in consegna di svolgere al meglio, in sicurezza, il proprio compito. Nel rispetto dell’etica, a favore della comunità.