curcuma

La curcuma tinta giallo mistero

Nella medicina ayurvedica esiste un preparato speciale che offre notevoli benefici a chi lo consuma. Tutto a patto che ne vengano rispettati i principi. Basati sull’equilibrio, influente sulla nostra natura psico-fisica. Regolati dalla combinazione tra elementi (dosha), in ossequio alla tripartizione delle costituzioni effettive (Vata, Pitta, Kapha). La filosofia indiana è molto severa su questo punto, tanto che ogni prodotto che non è frutto d’amore trova difficoltà nel risultare efficace. Il latte d’oro è molto conosciuto oggi. Basta semplicemente fare una piccola ricerca per capirlo. Ne trattano i siti, con più o meno specializzazione. Si trovano sulle riviste le sue composizioni più audaci o ferree, quelle che garantiscono maggior resa, ma le opinioni differiscono. Tra i diversi ingredienti che lo compongono, alcuni possono anche essere sostituiti, la presenza della curcuma sarebbe fondamentale. La sua qualità principale sta nel potere riequilibrante. La sua storia è secolare. Benché di recente abbia attinto a sfumature da giallo.

Spieghiamo la curcuma

  • La curcuma che si usa in prevalenza, Curcuma Longa, è la polvere, di color ocra-arancio, derivante da diverse piante;
  • si può trovare anche sotto forma di radice fresca e va conservata in frigo;
  • è il rizoma la riserva dei suoi contenuti primari, un fusto carnoso e cilindrico che decorre orizzontale nel terreno;
  • il suo luogo d’origine è l’Asia meridionale;
  • viene coltivata nelle regioni tropicali come l’Indonesia, la Cina, Costa Rica e le Hawaii;
  • il principio attivo fautore di benessere e poi di paure è la curcumina;
  • che in realtà è presente in percentuali limitate;
  • e la sua scarsa biodisponibilità ne ha limitato finora l’efficacia;
  • il corpo tende infatti ad eliminarla rapidamente;
  • questo fa intuire che ogni eccesso d’opinione è ingiustificato;
  • come ogni elemento va consumato comunque in dosaggi congrui;
  • 2 cucchiaini al giorno è una quantità sufficiente per evitare controindicazioni;
  • i curcuminoidi sono sì polifenoli, primaria sorgente di antiossidanti dell’alimentazione umana;
  • tuttavia la scienza ha bisogno di tempo per studiare ogni azione prodotta, nel bene e nel male, da elementi estrapolati da una pianta nativa.

Proprietà della curcuma

  • Lo zafferano delle Indie, altro nome della curcuma, è privo di colesterolo;
  • ricco invece di acidi grassi polinsaturi, vitamine, fibre e sali minerali;
  • la principale proprietà è quella antinfiammatoria;
  • è inoltre antiossidante ed antibatterico;
  • ha un’importante funzione depurativa;
  • protegge l’apparato cardiovascolare;
  • si applica come cicatrizzante e depurante per la pelle;
  • contrasta l’insorgenza di alcune tipologie di tumori.

I suoi usi primari

  • Il sapore della curcuma, leggermente amarognolo, non è prevaricante, ma esalta quello degli alimenti con cui si accompagna;
  • in cucina può essere infatti aggiunta a molte preparazioni;
  • nelle zuppe, in determinate bevande, nelle pietanze etniche (elemento principale del curry indiano), sotto forma di polvere;
  • abbinata a carne, pesce verdure crude o cotte;
  • anche fresca grattugiata;
  • con lo yogurt o in acqua calda e nel tè.

L’accusa principale nei riguardi della curcuma era riferita ad alcuni casi di epatite riscontrati nell’estate del 2019. Collegati al consumo di integratori in cui essa era presente. Attuando le medesime ricerche fatte per studiarne i benefici, si trovano tali insinuazioni, che potrebbero fuorviare, senza almeno un tentativo di scagionare il reo. Ed in effetti l’ampio risalto che telegiornali e media hanno dato allora alla vicenda ne ha fatto crollare persino i consumi. Ogni abuso, sappiamo, può avere controindicazioni. Così come nella narrativa l’utilizzo eccessivo di una metafora stanca. Dovremmo tornare indietro e ricominciare tutto daccapo? Distruggere un mito? O forse basterà avere giudizio come sempre. Comprendere che il benessere non può essere legato solo ad un unica polvere miracolosa. Che in assenza di guizzi accodarsi alle frasi già fatte aiuta a centrare il problema. Perché spiegare, capire, per poi avere potere di scelta è davvero l’unica strada lastricata d’oro.

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