apismo e miele

Il miele di acacia

Si chiama Robinia la pianta da cui ricavare un particolare tipo di miele. Anche detta pseudoacacia e possiede meravigliosi fiori bianchi a grappoli. Venne introdotta in Europa dal nord America nel XVII secolo. Se inizialmente aveva uno scopo solamente ornamentale, la rapida diffusione ne ha consentito usi diversi. Come per questo nettare prezioso prodotto dalle api. Che assume entrambi i suoi nomi. Miele di acacia o Miele di Robinia. Non importa poi molto la denominazione che si preferisce dare. Importa invece la qualità intrinseca di questo prodotto. La quale sta alla confluenza tra la particolare origine e le sue proprietà organolettiche definitive. Un alimento unico, per certi versi. In un mondo, quello del miele, già ricco di buoni argomenti. Ne avevamo parlato in precedenza, del beneficio che si può trarre dal consumo consono di miele. Il miele di acacia non differisce per nulla in positivo, ma aggiunge alla validità del miele anche le prerogative dell’acacia.

Proprietà del miele di acacia

  • Miele monofloreale; le api vivono vicino alle piante di acacia e attingono solo da esse;
  • possiede un colore chiaro, giallo paglierino, a volte più ambrato;
  • il colore è garanzia di purezza;
  • la sua consistenza è molto liquida;
  • è solubile;
  • composto maggiormente di fruttosio e destrosio rispetto al saccarosio;
  • questa caratteristica influisce sulla cristallizzazione del prodotto che è più lenta;
  • possiede altre componenti tra cui quelle proteiche e vitaminiche;
  • ha un sapore dolce, con leggere sfumature amarognole;
  • il suo aroma è delicato, floreale e di vaniglia;
  • non contiene glutine, è perciò adatto ai celiaci;
  • non contiene grassi;
  • è molto calorico, nell’ordine delle 320-330 kcal per 100 gr di prodotto;
  • è altamente digeribile;
  • possiede un indice glicemico inferiore rispetto allo zucchero e ad altri tipi di miele;
  • questo fa presupporre che possa essere consumato, come dolcificante alternativo, sempre sotto controllo medico, anche dai diabetici;
  • alcune teorie si spingono a considerarlo adatto per bambini di età inferiore ad 1 anno, ma siccome in quella fascia, è in genere sconsigliato l’uso del miele, le normative sanitarie non le supportano.

Utilizzo

  • In cucina può sostituire lo zucchero nella preparazione di prodotti dolciari (torte, biscotti…)
  • È un ottimo edulcorante naturale per bevande: tisane, tè, latte…
  • Perfetto il rapporto di un cucchiaino per dolcificare ogni bevanda;
  • assieme allo yogurt crea un’ottima commistione di sapori;
  • si accompagna bene con tanti formaggi diversi, semplici o complessi, dal gusto più neutro o più deciso (caprini, pecorino, gorgonzola, ricotte…)
  • Specialmente all’estero viene servito assieme al burro, soprattutto a colazione;
  • spalmato sul pane o su supporti simili (fette biscottate, cracker…)
  • Questo avviene perché il suo gusto non altera gli alimenti con cui viene a contatto, ma esalta le loro peculiarità;
  • taluni adoperano il miele come coadiuvante nella lievitazione del pane;
  • esiste anche un uso cosmetico del miele di acacia;
  • per la pelle grassa che tende all’acne, per ravvivare i riflessi biondi dei capelli (assieme alla nota camomilla), per contrastare la forfora.

Benefici

  • Possiede qualità che creano benefici un po’ in ogni campo;
  • è antibiotico, lenitivo per la tosse e per il mal di gola;
  • antinfiammatorio;
  • depurante per il fegato;
  • coadiuvante per l’equilibrio intestinale;
  • contrasta l’acidità di stomaco;
  • idratante, antibatterico e tonicizzante in cosmesi;
  • energizzante e ricostituente per chi pratica un’intensa attività fisico-sportiva o per chi necessita di rimettersi in forze;

Per avere un quadro completo sul miele di acacia soffermiamoci ancora su alcune sue caratteristiche: la fioritura della pianta ed il raccolto avvengono a primavera. Quando la stagione si presenta piovosa influisce sulla produzione. Una minore capacità di produzione determina la necessità di importare il quantitativo di miele corrispondente ad una domanda sempre molto alta. La sua larga diffusione è infatti direttamente proporzionale all’apprezzamento dei consumatori. L’area di maggior produzione è l’arco prealpino, ma oramai gli apicoltori sono stanziati in tutta Italia. La sua semplicità di conservazione, senza particolari esigenze ( se non le classiche: esposizione a temperature non eccessive, in luoghi asciutti, al riparo dalla luce, nel vetro. Tutti suggerimenti per non inficiarne i caratteri organolettici), ne agevola la diffusione. Il prodotto finito, che si trova in commercio, subisce una necessaria pastorizzazione che ne limita in parte l’efficacia, ma che è indispensabile per mantenere prerogative igieniche fondamentali.

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