ristorante condiviso

Gli spazi condivisi in cucina

Cosa si intende per spazi condivisi in cucina? L’idea di avere uno spazio in comune con altri da spartire parte da lontano ed ha, o meglio ha avuto, fattezze diverse nel tempo. Era circa la metà degli anni ’60 quando ad esempio si fece largo la suggestione, divenuta progetto, di realizzare aree, insediamenti abitativi con alloggi privati, dotati di servizi collettivi ( cucine, lavanderie, ma anche palestre, biblioteche…) Le chiamavano coresidenze. Poi venne il primo luogo di lavoro in coworking vero e proprio, aperto negli Stati Uniti, nel 2005. Il concetto di coworking implica la condivisione di un ufficio, dove mantenere un’attività indipendente. Infatti ogni soggetto che opera in questo sistema di solito non è impiegato nella stessa organizzazione. L’attività di “lavoro condiviso” coinvolge socialmente un gruppo che è accomunato però da valori precisi. Commistione di sinergie e talenti. Pratica e teoria ugualmente distribuite.

Gli spazi di cucina condivisa sono così una naturale evoluzione di quest’ultimo concetto. La parte nuova -sebbene già oltre la fase sperimentale- del mercato ristorativo ( a fine 2017 infatti vi è stata l’apertura a Bisceglie della prima cucina condivisa). In ogni caso proiettata sempre oltre.

Come funzionano gli spazi condivisi in cucina

  • In tutto simili agli uffici condivisi nei presupposti, a parte il fatto che la localizzazione è quella di una cucina tipica;
  • sono infatti spazi che vengono affittati per un progetto esclusivamente di tipo ristorativo o legato comunque all’ambito della produzione alimentare;
  • sono o fissi o usufruibili a turni;
  • completi di ogni strumento necessario a strutturare una cucina professionale;
  • l’organizzazione è calibrata per svolgere la propria attività secondo le richieste del mercato attuale;
  • attraverso l’implementazione mediante i supporti tecnologici di più recente creazione e funzionalità;
  • gli spazi rappresentano un’alternativa concreta al vecchio modello ristorativo, o all’affitto semplice di spazi dai costi sempre più alti;
  • in determinate città, nel periodo storico difronte al quale occorre trovare nuove armi per sopravvivere.

Vantaggi

  • Semplicità è la prima parola d’ordine per chi intende usufruire di una cucina condivisa;
  • accostarsi quindi ad un’opportunità innovativa, che rappresenta il futuro nel business ristorativo;
  • possibilità poi di sviluppare un laboratorio dove far crescere il proprio brand in sicurezza;
  • e di concentrarsi maggiormente sul lavoro, sulle preparazioni;
  • un modo per servire il maggior numero di clienti in un periodo di tempo breve;
  • eliminando anche ostacoli nella logistica e nella burocrazia;
  • per risparmiare su determinati costi, che spesso influiscono in negativo sulle idee e sulle speranze di chi si affaccia al mondo “food”;
  • condivisione di un’esperienza comune, sempre foriera di arricchimento;
  • sgravi di responsabilità in taluni settori.

Chi condivide gli spazi in cucina?

  • Possono essere soggetti che lavorano in società condividendo un principio comune;
  • ristoratori in difficoltà che si aiutano vicendevolmente;
  • ideatori di nuovi progetti che cercano di limitare i costi di avviamento tra cui le spese per allestire una cucina;
  • persone con spirito d’iniziativa, concezioni, che si affidano ad una società che gestisce a monte l’organizzazione e garantisce loro determinate certezze.

Non dovrebbero esistere angoli nel tempo, dove confinarsi in sterile attesa. Anche se i muri che separano passato e futuro sono in fondo linee sfocate, convergenti le une verso le altre. Ed il presente è un buon posto dove correre con l’immaginazione. Il mondo potrebbe essere anche rattoppato e potrebbero esistere luoghi in cui credere senza la necessità di vederli attraverso gli occhi. Come dei cerchi luminosi su un pavimento verso dove saltare confidenti. O un firmamento più grande delle proprie intenzioni. Degli spazi condivisi in cucina potevano forse apparire utopie, ma sono innovazioni utili, a ben sentire. Solide idee da cui trarre insegnamenti.   

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