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Il Nutriscore della discordia

Un algoritmo è una strategia che serve alla risoluzione di un problema. Creato allo scopo di migliorare la nostra vita. Talvolta le sue applicazioni concrete non rispondono però in toto all’idea prefissa. Si possono creare così discussioni notevoli attorno all’utilità di un algoritmo. Al suo valore scientifico. Come è accaduto ed ancora accade per quello del Nutriscore. Sistema ideato per etichettare i prodotti alimentari in maniera tale da rendere più semplice l’identificazione dei loro valori nutrizionali. Due fazioni diverse si fronteggiano. E fondamentale resta da capire se il Nutriscore possa essere davvero di aiuto al consumatore nella scelta del prodotto giusto per la propria alimentazione. Una fase, ricordiamolo sempre, di estrema importanza. Perché incide sul benessere dell’organismo. Abbiamo scoperto da tempo quanto questo tema sia delicato. E spesso una semplificazione può portare ad effetti opposti, confondendo.

Cerchiamo pertanto anche noi di capirne di più. In modo tale da avere gli strumenti giusti, per formarci un’opinione. Non dimenticando mai che, nessun alimento è di per sé nocivo a priori. Va sempre e comunque inserito in un contesto globale che corrisponda a criteri di equilibrio e correttezza.

Che cos’è il Nutriscore

  • Sistema a punteggio sviluppato da un gruppo di ricercatori francesi (Eren) guidato dal nutrizionista Serge Hercberg;
  • si basa sulle tabelle nutrizionali della Food Standards Agency del Regno Unito;
  • l’identificazione dei valori nutrizionali del modello francese avviene attraverso l’utilizzo di 2 scale correlate;
  • una cromatica suddivisa in 5 gradazioni (verde scruro, verde chiaro, giallo, arancione e rosso) ed una alfabetica (dalla A alla E);
  • le lettere corrispondono al livello di salubrità;
  • nella versione inglese i colori sono tre, da qui la dicitura “etichetta a semaforo” (verde, giallo, rosso): si evidenzia la quantità di energia e di grassi, grassi saturi, zuccheri e sale presenti nel cibo;
  • l’Inizio della ricerca risale al 2013 e nel 2017, dopo una sperimentazione, è stata introdotta sul mercato francese;
  • questo sistema di voti e colori è un logo stampato sulle confezioni alimentari;
  • il consumatore può attuare un confronto, che per essere corretto, non deve riguardare due prodotti contrapposti (ad esempio dello yogurt con dei biscotti), ma due prodotti simili, facenti parte cioè di una stessa categoria (due tipi di yogurt, due tipi di biscotti…)
  • Questo punto è fondamentale per il giudizio complessivo del metodo e nell’ottica delle obiezioni che lo contrastano;
  • ci sono 7 diversi parametri informativi;
  • il quantitativo di base è pari a 100 gr del prodotto cibario e a 100 ml di bevande;
  • il punteggio più alto corrisponde ad un alto contenuto di frutta, verdura, fibre e proteine;
  • un punteggio negativo corrisponde ad un alto contenuto di energia, zuccheri, acidi grassi saturi e sodio;
  • oltre alla Francia è stato adottato anche in Germania, Belgio, Paesi bassi, Spagna, Lussemburgo e Svizzera.

Obiettivi del nutriscore

  • Non intende essere un sistema di informazioni globali;
  • ma esprimere la qualità nutrizionale generale, basata sul bilanciamento delle caratteristiche positive e negative dell’alimento;
  • va integrato con l’analisi di altri elementi della medesima importanza;
  • occorre quindi un approccio ancora più scientifico che manca, a partire dal sistema Nutriscore, in quanto strumento di agevolazione rapida;
  • l’intento primario infatti è la semplificazione della lettura delle classiche tabelle nutrizionali;
  • permettere una scelta più rapida;
  • secondo il ministero della salute francese attraverso il Nutriscore si può facilitare l’accesso ai cibi sani;
  • dare un contributo notevole alla lotta contro determinate malattie.

Il pomo della discordia

  • Non considera il grado di lavorazione e gli addittivi presenti;
  • vi è una semplificazione eccessiva riguardante le informazioni nutrizionali;
  • e una riduzione degli alimenti complessi ai singoli ingredienti;
  • penalizza troppo gli alimenti ad alto contenuto di grassi;
  • non distingue la qualità dei grassi;
  • rappresenta un giudizio, un verdetto, un’opinione piuttosto che fornire informazioni sulla composizione degli alimenti;
  • si può incorrere in dissonanze, quando cibi ultra-processati, all’apparenza sani, ottengono punteggi alti;
  • scarso rispetto per le diete tradizionali (dieta mediterranea);
  • il quantitativo scelto andrebbe sostituito con la porzione, come base di analisi;
  • in Italia esiste un certo ostracismo, perché il sistema Nutriscore tende a penalizzare alcuni alimenti non favorendo scelte salutistiche, ma influenzando negativamente il nostro export;
  • Nutriform è lo schema di etichettatura nutrizionale fronte pacco adottato in Italia in alternativa a quello francese.

Speriamo di aver chiarito almeno un poco i contorni di questo complesso argomento. In chiusura sottolineiamo ancora che esistono fattori ben precisi influenti sulla nostra salute. In quanto consumatori, dobbiamo essere informati a dovere, ma soprattutto dobbiamo prestare la massima attenzione ai prodotti che scegliamo per comporre i nostri pasti. Ricordiamo dunque l’essenzialità di alcuni punti, che devono essere considerati nella loro totalità, per compiere un’accurata catalogazione:

  1. La composizione nutrizionale: fibre, proteine, minerali e vitamine svolgono un ruolo positivo. Zuccheri, sale e grassi saturi non hanno un ruolo favorevole se consumati in grandi quantità. Una dieta squilibrata aumenta il rischio di alcune malattie. Vanno privilegiati i cibi con la migliore composizione nutrizionale.
  2. Il livello di lavorazione: la qualità è inversamente proporzionale alla lavorazione industriale intensa, all’aggiunta di additivi. Evitare i cibi ultra-processati. Se si vogliono consumare, sono migliori quelli con una composizione nutrizionale migliore.
  3. La presenza di contaminanti e pesticidi: un prodotto biologico è complessivamente migliore. Il biologico conviene a maggior ragione per i vegetali. Controllare la composizione nutrizionale è indispensabile anche per i prodotti a marchio Bio.

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